24
Feb
2015
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La musica non conta più niente

Un babbo ha scritto a Matteo Renzi, attraverso il Corriere della Sera, per denunciare il fatto che durante la presentazione della Buona scuola, l’iniziativa del Pd alla quale ha partecipato lo stesso presidente, nessuno ascoltava l’orchestra giovanile che suonava. Per dimostrare cosa è diventata la musica, nella nostra cultura

Oggi (domenica, ndr) mia figlia quattordicenne ha suonato con la JuniOrchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, a Roma, all’evento del Pd, «La Scuola che cambia, cambia l’Italia». È tornata a casa in lacrime umiliata e mortificata dalla totale assenza di attenzione da parte del pubblico durante la loro esecuzione successiva al suo intervento. Mentre i ragazzi erano impegnati nella difficile esecuzione di musiche di Beethoven e di Tchaikovsky il pubblico in sala era principalmente impegnato a prodigare saluti, non solo parlando a voce alta, ma camminando e urtando i ragazzi, rendendo di fatto impossibile l’esecuzione stessa. 
Lei stesso non ha prestato alcuna attenzione alla musica preparata e studiata dai ragazzi espressamente per questa circostanza. 
Ma è mai possibile? Un convegno che parla di educazione e di scuola (anche sottolineando l’importanza della musica per la formazione di buoni cittadini) e i cui partecipanti trattano i ragazzi e il loro impegno in questo modo? Credo che la Buona Scuola inizi proprio da qui: dal rispetto dei ragazzi prima di tante belle parole e oggi questo è venuto drammaticamente a mancare. Un drammatico autogol per il Pd e per il mondo della politica! 

Non è solo un fatto di profonda maleducazione.

E’ anche il sintomo (questo è un altro, ad esempio) della drammatica sconfitta della cultura musicale. Nella patria di Verdi e del melodramma, la musica non è più percepita come un’arte nobile, alla quale applicarsi con impegno e studio, da ascoltare con attenzione per riuscire veramente ad apprezzarla. Non ho dati statistici che me lo confermano, ma sono sicuro che rispetto a mezzo secolo fa, il numero delle persone che in Italia hanno familiarità con uno strumento musicale sia crollato. Avere familiarità con uno strumento musicale non fa di te un musicista: ma ti rende parte di un pubblico consapevole e educato, che riesce a distinguere la musica buona da quella schifosa, che infatti, nel mainstream, tende a vincere.

La musica è percepita come un mezzo per diventare famosi senza avere particolari qualità (e un giorno Maria De Filippi dovrà rispodnerne davanti alla storia), come qualcosa da mettere in sottofondo quando non si ha niente da dire, perché al silenzio non ci siamo più abituati e ci spaventa.

Un gruppo di ragazzini che suonano (e che per farlo studiano da anni, sacrificano il loro tempo libero, si dedicano con passione ad una cosa che amano) vengono messi lì come uno stereo a pile ad una festa delle medie. Quello che suonano non interessa a nessuno. Il tempo della loro esibizione è il momento migliore per fare chiacchiere e scherzare con gli astanti.

Tanto, chissenefrega.
La musica non conta più niente.

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