La memoria del pallone
JORGE CARRASCOSA, IL LUPO CHE DISSE NO AI COLONNELLI
IL CALCIO STORICO FIORENTINO, L’INVENZIONE DELLA TRADIZIONE
C’è chi pensa che il calcio, o almeno un antenato del calcio, sia nato a Firenze, come dimostrerebbe il calcio storico fiorentino, ovvero le partite rievocative che nel giugno di ogni anno si svolgono, ordine pubblico permettendo, in piazza Santa Croce, mandando in visibilio i turisti giapponesi e un nugolo di iper appassionati locali.
Era l’allenatore più vincente di tutti gli anni Trenta: un po’ come Mourinho e Capello messi insieme, però molto più giovane. Un mito indiscusso del pallone, una gloria che aveva inventato un modo di giocare non bellissimo, ma concreto e vincente. La follia nazista non ne ebbe pietà.
IRAN, DOVE IL CALCIO FA PAURA AL POTERE COME LA RIVOLUZIONE
In Iran il calcio fa paura al potere. Forse più della rivoluzione, forse più della politica, forse più delle manifestazioni popolari. Perché è un elemento che riesce ad unificare il popolo, a dargli un anelito di libertà e una ribalta mediatica mondiale.
ZVONIMIR BOBAN, LE LACRIME DI UN CAPO ZINGARO
Un vero capo zingaro non dovrebbe piangere. Mai.
Tranne che in un caso: se a 20 anni inneschi da solo una guerra contro il mondo e a 30 la vinci. Allora le lacrime si possono anche perdonare.
VITTORIO POZZO: IL CT SENZA ETICHETTE CHE IL CALCIO HA DIMENTICATO
Fascista, antifascista, monarchico, nazionalista, militarista? Difficile definire con un aggettivo secco la complessa personalità del protagonista assoluto del ciclo più vincente della nazionale italiana, gli anni Trenta dai due mondiali e dall’oro olimpico che sotto i vessili dell’Italia fascista portano la firma incancellabile di Vittorio Pozzo.