13
Mar
2014
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Furti di macchinine. Succede a Pistoia: se non ci siete mai stati andateci

C’è una piccola città, che non ama far parlare di sé, dove ogni tanto succedono cose bizzarre, ma piuttosto esemplificative: è Pistoia, se non ci siete mai stati andateci, vi sorprenderà.

Succede che l’ex sindaco, Renzo Berti, vada al supermercato con la famiglia. Il figlio vuole che il babbo gli compri una confezione di macchine (9 euro). Il babbo non vuole, perché non è che ai bambini si possano sempre dare tutte vinte. Il piccolo, facendo il suo dovere di bambino, pianta un capriccio e cerca un sistema per fregarlo. Apre la confezione di macchinine e ne infila una nella tasca del babbo. Lui non se ne accorge, gli addetti alla sicurezza del supermercato sì.

Quando va alla cassa gli fanno notare che nella tasca della giacca ha una macchina “rubata”. Con l’imbarazzo di un genitore di un bambino che ha appena fatto una marachella in un luogo pubblico, si scusa mille volte e paga l’intera confezione di macchine. Il supermercato, ovviamente, non denuncia il fatto alle autorità, anche perché non ha avuto un danno, visto che il giocattolo è stato regolarmente pagato.

Succede che un blog scrive della faccenda (senza fare il nome del protagonista) e succede che per la procura di Pistoia si tratti di una ‘notizia criminis’ di tale importanza da rendersi necessaria un’inchiesta ed un’incriminazione di ufficio per furto aggravato (reato perseguibile anche senza querela da parte del danneggiato).

Un fatto piccolo, che però spiega abbastanza bene come funziona la giustizia italiana.

Verranno spesi centinaia, forse migliaia di euro di denaro pubblico, fra notifiche, udienze, tempo impiegato da parte dei funzionari statali per perseguire un reato che le stesse vittime ritengono di non aver subito.

E forse qualcuno, probabilmente, dovrebbe spiegare che in una città talmente tranquilla dove non succede mai niente non c’erano casi più importanti ai quali dedicare tempo e risorse pubbliche.

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