16
Giu
2014
0

Ho sognato la diretta streaming

Stanotte ho sognato la diretta streaming.

Da una parte c’erano quelli del Pd, dall’altra la delegazione del Movimento 5 Stelle.

Non avevano l’aria né di prendersi per il culo, né di fare le barricate puntando allo 0-0.

Quelli del Pd proponevano l’Italicum e quelli del M5S stavano a sentire. Poi dicevano loro che sì, a parte qualche boiata di quelle che vengono fuori quando una cosa delicata come una legge elettorale si fa insieme al partito d’opposizione, pensando entrambi a trarne il massimo profitto alle prossime elezioni, tutto sommato è utile garantire una governabilità a chi vince.

Poi anche quelli del M5S illustravano la loro idea di legge elettorale e quelli del Pd li stavano a sentire. Poi dicevano ai cittadini-portavoce che sì, a parte qualche boiata di quelle che vengono fuori quando una cosa delicata come una legge elettorale si fa in modalità wikipedia coinvolgendo paranoici, onanisti e ingegneri nucleari, tutto sommato non è una brutta idea.

Allora quelli del Pd rilanciavano: “ok, cari cittadini della rete, facciamo l’accordo sulla legge elettorale, ma facciamolo anche sulle riforme costituzionali: la Camera approverà in via esclusiva la fiducia, le leggi di bilancio e avrà in mano il pallino del processo legislativo. Il Senato si occuperà, insieme alla Camera, di leggi costituzionali e elettorali, elezione del presidente della Repubblica, diatribe Stato-Regioni ed avrà alcune materie in cui approverà le leggi in seconda lettura”.

Gli amici di Beppe Grillo ascoltavano silenziosi, ma un po’ perplessi.

“Il Senato – andavano avanti i simpatici delegati Pd – sarà ovviamente elettivo, che quella storia di farci andare i sindaci a tempo perso non lo dicevamo mica sul serio, era solo per placare un po’ di quello spirito populista che avete fomentato voi. Ma lasciamo stare, scordiamoci il passato. Magari riduciamo il numero di deputati e senatori, ma non troppo, perché lo sapete anche voi che in Parlamento bisogna che ci sia una rappresentanza sensata e ragionevole dei territori e delle categorie”.

“Perché – la buttavano là in una clima di crescenti ammiccamenti i messi del presidente del consiglio – non facciamo insieme una legge elettorale coerente con questo progetto? Voi, o simpatici mattacchioni che non si sa come mai vi siete innamorati del proporzionale, ci concedete una legge elettorale per la Camera chiaramente maggioritaria, in cambio vi buttiamo sul piatto la possibilità di eleggere il Senato in maniera proporzionale. Tutto con le preferenze, niente liste bloccate che, diciamoci la verità, facevano schifo anche a noi”.

I portavoce dei cittadini si guardavano intorno perplessi, con un’espressione a metà fra chi fiuta la fregatura e chi spera di aver svoltato.

Nel frattempo quelli del Pd sfoderavano quella sfacciataggine tipica dei venditori di enciclopedie porta a porta: “Vedete, amici pentasperati:  se riusciamo ad approvare queste riforme, poi possiamo andare a votare. E dopo le elezioni, pensate che figata, chi vince fa un governo che può attuare il suo programma in maniera spedita. In compenso non può cambiare le regole, eleggere il presidente della Repubblica e decidere di smontare pezzi di stato senza cercare un accordo con la minoranza, perché il Senato – proporzionale proporzionale – è lì per tutelare tutti. Chi vince comanda. Chi perde è tutelato e può lavorare per vincere la volta dopo”.

Nella delegazione dei rappresentanti dei cittadini qualcuno si lasciava scappare un sorrisino.

Poi uno dei duri e puri “Manigoldi! – tuonava – Lo fate solo per ricompattare il vostro partito e per dare la colpa a noi del fatto che volete mandare in esilio Corradino Mineo e Vannino Chiti in un agriturismo della montagna pistoiese!”.

Ma i carinissimi vessilliferi piddini non si scomponevano, anzi sghignazzavano: “Beh, sì, quello in effetti era l’obiettivo di riserva… Ma pensate solo a una cosa – rilanciavano melliflui – se accettate questa proposta e approvate insieme a noi le riforme, Berlusconi si trasferisce definitivamente a Cesano Boscone e voi vi accreditate agli occhi degli elettori come una forza responsabile e che non sa solo fare casino. E’ questo che vi è mancato per vincere le europee come invece pensavate, no?”

Gli alleati di Farage si dimenavano sulla sedia, qualcuno era contento della proposta e voleva accettare subito, qualcuno scriveva un sms a Casaleggio, qualcuno sparava dei tweet di frustrazione, qualcuno chiedeva la consultazione della rete (eh, lo so, erano tantissimi….), qualcuno voleva mettere la diretta streaming in Costituzione, ma aleggiava un certo ottimismo.

A quel punto mi sono svegliato tutto sudato.

Dovrei stare più leggero a cena.

0

Leave a Reply